Ciao e ben ritrovato in questo articolo in cui desidero affrontare un argomento spinoso:
come adeguare la propria attività con Active Campaign in modo da essere (il più possibile) in linea con gli obblighi imposti dal famoso GDPR.
Se vuoi avere maggiori informazioni su come adeguare le procedure al GDPR puoi trovare quello che cerchi sul link.
Immagino che negli ultimi mesi tu abbia fatto indigestione di letture, considerazioni, interpretazioni (e chi più ne ha più ne metta) sull’argomento GDPR, giusto?
Bene, non ho nessuna intenzione di parlarne qui e, soprattutto, non ho nessuna intenzione di scrivere pippozzi sull’argomento dove si è scritto di tutto e anche troppo.
Ti do solo 2 informazioni che probabilmente ti verranno utili.
📌 INFO #1 – Il registro P.S.
Forse non sai (in caso lo sai adesso) che Active Campaign è una delle piattaforme di Email Marketing Automation che fa parte del registro P.S..
P.S. è l’abbreviazione per identificare il registro Privacy Shield – https://www.privacyshield.gov/welcome.
Ok Alessandro, ma cos’è la Privacy Shiled?
Nel 2016, dopo un lungo iter burocratico, Unione Europea e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo: lo EU-US Privacy Shield (in italiano, Scudo UE-USA per la Privacy) un accordo stipulato tra Commissione Europea e Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti al fine di tutelare la riservatezza dei dati personali dei cittadini europei in caso di trasferimento oltreoceano a scopo commerciale.
L’accordo tiene conto dei requisiti stabiliti dalla Corte di giustizia dell’UE nella sentenza del 6 ottobre 2015, che ha dichiarato invalido il precedente regime normativo, delineando un nuovo quadro, più severo e rigoroso, per i flussi transatlantici di dati.
Che cosa prevede il nuovo regime?
Il Privacy Shield introduce una serie di novità significative:
✅ obblighi più severi per le imprese che operano negli Stati Uniti e trattano dati personali di cittadini europei.
✅ Vigilanza e controllo da parte del Dipartimento del Commercio USA.
✅ Divieto di sorveglianza indiscriminata di massa da parte delle autorità pubbliche sui dati personali trasferiti negli Stati Uniti: per la prima volta, il Privacy Shield introduce forti limitazioni ai poteri di controllo del Governo degli Stati Uniti.
Sicuramente il fatto che Active Campaign sia compliant a questa importante organizzazione è un gran punto a favore e aiuta le nostre aziende ad essere più “in linea” nello sforzo di mettere a norma i nostri processi sulla gestione dei dati degli utenti.
Clicca per vedere Active Campaign nel registro Privacy Shield
E’ sufficiente tutto questo? Assolutamente NO.
Ed è qui che arriva la…
📌 INFO #2 – Il Webinar su Active Camapign e il suo utilizzo in ottica GDPR.
Nel primo mese di Active Elite – la prima membership per imprenditori che utilizzano Active Campaign in azienda – troverai un video inedito all’interno del quale Michele entra nel dettaglio di come dovresti impostare il lavoro per essere il più possibile in linea con le richieste del GDPR.
Ovviamente Michele (e nemmeno io) è un legale, quindi prendi i contenuti del webinar come pura informazione. Non ci stancheremo mai di dirti che per essere certo (quasi) di fare le cose a modo devi per forza sentire il parere di un legale e di un esperto di Privacy che analizzi la tua situazione. In tutti i casi, questo sicuramente ti da una gran mano.
Non è l’unico contenuto del primo mese di Active Elite, ma direi che abbiamo “iniziato col botto”.
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